sabato 24 ottobre 2015

Grande processo alle Nazioni Unite


Cari amici, quest'anno è il 70 anniversario delle Nazioni Unite nate nel 1945 per scongiurare altre guerre dopo i due conflitti che portarono a oltre 50 milioni di morti. Il festival della diplomazia ha organizzato questo evento. Alcuni grandi giornalisti , giuristi e docenti parlano dell' ONU , a favore e contro. Compiti primari delle NU sono secondo lo Statuto, garantire la pace, non con interventi unilaterali di singoli Stati (guerre preventive) ma con misure collettive decise dall'ONU (art.1) per prevenire minacce, reprimere atti di aggressione, risolvere, secondo il diritto internazionale, le controversie tra Stati; sviluppare tra le nazioni relazioni amichevoli fondate sul rispetto e sul principio di eguaglianza dei diritti e dell'autodecisione dei popoli; risolvere i problemi economici, sociali, culturali e umanitari promuovendo l'eguaglianza dei diritti degli uomini e delle donne e delle nazioni grandi e piccole. Purtroppo gli obiettivi di pace eguaglianza e sviluppo economico e sociale dei popoli sono inadempiuti; sono aumentati i conflitti in varie parti del mondo e sono cresciute le diseguaglianze sicché milioni di persone vivono in condizioni di povertà e senza dignità. Da ciò le grandi migrazioni. Tuttavia l'ONU resta una istituzione necessaria contro le guerre preventive delle superpotenze che minacciano la pace nel mondo. Bisogna cambiare dando maggiore peso ai cittadini e all'assemblea generale. Il 25 ottobre pv si celebra un processo simbolico per accertare se l'ONU ha adempito agli obblighi dello Statuto e cosa fare per migliorarne il funzionamento in difesa della pace, della eguaglianza e dello sviluppo dei popoli. E ci saranno prestigiosi testi dell'accusa e della difesa. Il processo si deciderà con il giudizio dei cittadini in sala.
I nostri padri costituenti volevano l'ONU. E scrissero l'art.11 della Costituzione , rivoluzionario in senso vero <<l'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia tra le nazioni; e promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo>>.




Domenica 25 Ottobre 2015 ore 11.00
Teatro di Dioscuri
Via Piacenza, 1
Roma

giovedì 9 luglio 2015

Signor Presidente della Repubblica prof Sergio Mattarella

Roma 9 luglio 2015

illustre signor Presidente della Repubblica
so bene che le possibilità che lei non firmi  la legge sulla buona scuola  sono poche. E tuttavia, in un momento grave per le sorti della democrazia e della libertà,  sento il dovere di rivolgermi a Lei, quale massimo garante della Costituzione, per dare un contributo di conoscenza sul problema complesso e per  richiamare la Sua  vigile attenzione sulla opportunità , prima di  promulgare la legge ,  di  chiedere,  in base all'art 74 della Costituzione, con messaggio motivato alle Camere, una nuova deliberazione che sia conforme alla lettera e allo spirito della Costituzione repubblicana.

1. La democrazia è un sistema di regole stabilite inderogabilmente, dalla Costituzione , ex art 1, e vincolanti per  Parlamento e  Governo. Ebbene queste regole non sembrano essere  state osservate al Senato con il voto di fiducia sulla legge. Infatti la  fissazione di “linee guida per valutare il premio dei docenti” , che poi avrà incidenza sulla carriera dei docenti, premiati e non, è prevista, nella legge  approvata al Senato con la fiducia,  entro il 2018, con una delega generica al Governo su una materia fondamentale. Ciò  va contro l'articolo  76 della Costituzione, per il quale “l'esercizio della funzione legislativa non può essere delegato al Governo se non con determinazione di principi e criteri direttivi, e soltanto per tempo limitato e per oggetti definiti”, principi e oggetti  che  mancano del tutto nella legge de quo agitur. Inoltre l'art 72 della Cost prevede che “la procedura normale di esame  e di approvazione diretta da parte della Camera è sempre adottata per disegni di legge  in materia costituzionale ed elettorale e per quelli di delegazione legislativa”.

2. Dopo oltre 15 anni di assenza di regole su reclutamento e utilizzo del precariato istituzionalizzato con la l. 143/2004 e  con la l. 128/2013, la Corte di Giustizia Europea con sentenza  26 novembre 2014, ha  condannato l’Italia per violazione della Direttiva 1999/70/CE, avendo costretto al precariato 400 mila  docenti benemeriti privati del diritto al lavoro e alla dignità. Situazione non eliminata dalla legge sulla scuola. La precarietà  e gli stipendi inadeguati di docenti precari e di ruolo violano l'art 36 della Costituzione secondo cui “il lavoratore – tra cui l' insegnante- ha diritto a una retribuzione proporzionata alla quantità e alla qualità del lavoro svolto e comunque tale da garantire una vita libera e dignitosa”. E 600 euro al mese per i precari e 1800 euro per i docenti di ruolo  dopo 30 anni non sono tali da garantire  una vita libera e  dignitosa.
Il mancato rispetto della sentenza della corte di Giustizia da parte del Governo  viola: 1) l'art  10 della Costituzione secondo cui “l'ordinamento  giuridico italiano si conforma  alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute”,  tra le quali rientra la direttiva 1999/70/CE , nonché  2) l'art 117 della Costituzione secondo cui “la potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione  nonché dei vincoli derivanti  dall'ordinamento comunitario e  dagli obblighi internazionali”, tali essendo anche quelli derivanti dalla Sentenza della Corte di Giustizia europea  relativa alla stabilizzazione dei precari.

3.  Nella legge  i poteri di gestione  della scuola,  prima affidati  al solo dirigente scolastico , sono stati poi affidati a un organo collegiale. A scegliere gli insegnanti più meritevoli,  sarà un  “Comitato di sette membri, tra cui  il preside , tre docenti insediati dal Consiglio di Istituto e per metà dal collegio dei docenti , un membro esterno, un genitore e uno studente , che individueranno  i migliori  e più impegnati tra i docenti  da valutare” .  Tutto ciò con conseguenze inaccettabili sulla armonia  tra i docenti e sulla imparzialità nella gestione della scuola.  Questa norma si pone in contrasto con la Costituzione . Infatti i criteri di valutazione del merito dei docenti vanno  stabiliti per legge  e non attribuiti a scelte discrezionali di presidi, dirigenti scolastici o comitati di cui fanno parte  membri esterni, genitori e studenti, che non sono né ben informati sul rendimento né imparziali . Infatti l'art 97 stabilisce che “i pubblici uffici sono organizzati  secondo disposizioni di legge in modo che siano assicurati il buon andamento e l'imparzialità  dell'amministrazione”. Ma viene violato anche l'art 33 della Costituzione sulla libertà di insegnamento: un  docente che dovrà essere giudicato  da un comitato di cui faranno  parte  anche i genitori degli studenti,  un rappresentante degli stessi studenti e un membro esterno,  non sarà più libero,  ma sarà condizionato da interferenza di soggetti non imparziali.

4. Un aspetto centrale del ddl  sulla “Buona Scuola” riguarda  il corretto finanziamento delle scuole private, cd paritarie , e statali. Primo punto  La riforma prevede (art 17) per i contribuenti italiani la possibilità di donare  il 5 per mille  dell'imposta sul reddito delle persone fisiche  alle scuole statali o alle scuole private. Il punto in questione  ha portato  plurime  novità  negative. E ciò per l'aumento dei beneficiari privati  idonei ad ottenere le donazioni.  Passati da 50.000 a quasi 96.000 . Questo metodo di distribuzione  di risorse pubbliche premia le scuole pubbliche o private  che hanno non solo più sostenitori, ma anche sostenitori più abbienti   rispetto a scuole dislocate in zone povere  , andando così ad accentuare  diseguaglianze già esistenti tra le scuole. Ad  esempio,  riceverà un maggior finanziamento la scuola che si trova ai Parioli  a Roma, rispetto alle scuole che si trovano   a Centocelle ,  al Tiburtino e al Prenestino, per non parlare degli istituti scolastici di  paesini poveri  le cui scuole avrebbero un beneficio ancora minore.

5. Appare evidente che con l'art 17 della legge   si  viola 1) l'art 3  1 c della Costituzione che afferma  eguaglianza sociale dei cittadini: ci sarebbero cittadini e studenti di zone benestanti,  avvantaggiati dal  5 per mille,  rispetto a genitori  e studenti, che frequentano scuole di zone con cittadini  con redditi minimi o privi di reddito, che del 5 per mille non fruiranno;  2) l'art 3  2 comma della Cost, perché la Repubblica , sottraendo una parte delle imposte alla scuola pubblica , viene meno, per mancanza di risorse,  al  dovere di  “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale , che limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza, impediscono  il pieno sviluppo della persona  umana” , specie dei più poveri. Questi infatti  non fruirebbero della donazione del 5 per mille  a differenza dei  più  abbienti, e del diritto dovere  dello Stato di istituire  scuole statali per tutti gli ordini e gradi  ex art 33  3) l'art  34 della Costituzione sulla gratuità della scuola pubblica dell'obbligo.

6. Articolo 18  Il cosiddetto School bonus prevede  benefici fiscali per chi versa denaro alle scuole. La  norma contrasta con almeno tre articoli della Costituzione. Anzitutto con l'art 53 perché i più ricchi  godranno di benefici fiscali previsti a favore di coloro che in cambio di “erogazioni liberali in favore di istituzioni scolastiche” anche private. Invero  l'art 53 della Costituzione,  prevede che  “tutti sono tenuti a concorrere  alle spese pubbliche – tra cui quelle per la scuola pubblica- in ragione della loro capacità contributiva”; i più abbienti fruiscono di benefici fiscali a scapito della scuola pubblica. Se tali fruitori   pagassero   le somme dovute a titolo di imposta, lo Stato potrebbe dare attuazione all'articolo 33 della Costituzione, secondo cui  “la Repubblica  istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi”. La norma viola anche  il principio di eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge ex art 3, esistendo lavoratori che vivono in zone  o paesi ove queste erogazioni liberali – che tali non sono- non si verificano. Con l'ulteriore paradosso che se i cittadini  benestanti   pagano al fisco interamente  le somme  dovute , le scuole pubbliche non fruiscono di “strutture , manutenzione e potenziamento “, di cui godono  i paesi e le zone in cui vivono evasori fiscali.

7. Articolo 19 (Detraibilità delle spese sostenute per la frequenza scolastica)
Ultima modifica in materia di agevolazioni fiscali  consiste nelle detrazioni IRPEF, in favore delle famiglie che iscrivono i propri figli in scuole appartenenti al sistema nazionale di istruzione, per le spese sostenute per la frequenza delle scuole sopra indicate. La disposizione de quo riguarda di fatto  solo le spese sostenute per la frequenza di scuole private e prevede una detrazione dall’IRPEF pari al 19% delle spese sostenute per la frequenza delle scuole sopra indicate. In tal caso vi è il finanziamento delle scuole private  grazie alle somme versate dai contribuenti soggetti all'IRPEF, con una evidente violazione dell'art 33  terzo comma della Costituzione secondo cui “ enti e privati hanno i diritto di istituire  scuole e istituiti di educazione senza oneri per lo Stato”, mentre in questo caso gli oneri per lo Stato sono rappresentati dalle detrazioni IRPEF che  vanno a favore della scuola privata per le quali non si applica l'art 34 della Costituzione, essendo esse scuole non gratuite. E sarebbe violato anche l'art 53 della Costituzione  sul principio che tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in proporzione della loto capacità contributiva.

8. Per contro , nessun beneficio va alle scuole pubbliche e alle famiglie non abbienti dall'art 19. In realtà  i senza reddito o quelli con reddito minimo  hanno comunque  il dirittodovere  di inviare  i figli a scuola pubblica che è  gratuita , in base all'art  34 della Costituzione che stabilisce “l'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita”.  Le sole scuole che fruiranno del finanziamento sono le scuole private. Che non sono gratuite. La norma (art 19) comporta come conseguenza  che   ingenti risorse pubbliche  sono sottratte alla scuola pubblica, sicché la Repubblica, ancora una volta , non adempie, per mancanza di fondi,  al dovere di  “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e privato che limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza , impediscono  il pieno sviluppo della persona umana e la effettiva partecipazione di tutti  i lavoratori alla  organizzazione politica  economica e sociale del Paese”.

9. Individuate le principali novità introdotte in materia di agevolazioni fiscali dalla  legge non ci resta che analizzare la scelta politica portata avanti dal governo :  le presunte agevolazioni mostrano  la volontà di riformare sensibilmente il modello di scuola italiano, non solo da un punto di vista strutturale, ma soprattutto da un punto di vista culturale, sociale ed economico. E' evidente la spinta sempre più netta verso un sistema di finanziamento pubblico della scuola privata e un finanziamento  privato della scuola pubblica, in netta contrapposizione con l’idea di istruzione pubblica, di qualità e accessibile a tutti così come previsto dalla Costituzione agli articoli 3 , 9, 33 e 34.  Nel nostro caso sarebbe violato  l'art 9 della Costituzione, secondo cui  la Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica, poiché la  destinazione delle risorse alla scuola priva non lo consentono.

10. Il nostro appello ad agire ai sindacati confederali è caduto nel vuoto: una sterile e inutile critica  è l'ultimo atto di una sostanziale inerzia di fronte alla legge.  Si può pensare di difendere la  scuola pubblica con discorsi moralistici come “la legge non risolve il problema del precariato, mortifica la partecipazione e la collegialità, non rispetta la libertà di insegnamento, propone una idea distorta di valutazione e di merito” ? Mentre  nessuna iniziativa decisiva  contro la legge  vi è stata da parte dei sindacati? Le parole sono e restano vacui suoni, e la strada per la perdizione  è stata sempre accompagnata a finte proclamazioni  di devozione a un ideale: la libertà e l'eguaglianza dei diritti sociali  non si attuano con quello che si dice , ma con l'applicazione e l'azione, mancate nel momento più grave  dell'attacco alla Costituzione, il cui nome e le cui violazioni  non compaiono  nel manifesto dei sindacati.

Queste osservazioni  affido alla Sua attenzione, signor Presidente, segnalando  i molteplici profili di incostituzionalità della legge  nella speranza che Ella,  in base agli artt 54 e 74 della Costituzione, possa chiedere alle Camere una nuova deliberazione sul disegno di legge sulla Buona Scuola.

Con i sensi della più alta considerazione

Ferdinando Imposimato

9 luglio 2015

giovedì 4 giugno 2015

La sorte di Vincenzo De Luca

La sorte di Vincenzo De Luca è segnata: deve essere sospeso dalla carica. La legge Severino prevede la sospensione  immediata  dell'eletto proclamato subito dopo la condanna , anche non passata in giudicato  per abuso in atti di ufficio. Le Sezioni Unite della Cassazione hanno stabilito che a esprimersi  sui ricorsi contro l'applicazione della Severino sono i Giudici ordinari e non quelli amministrativi. La prima conseguenza è che decadono le questioni sollevate dal Tar davanti alla Corte Costituzionale perché proposte da un giudice che non aveva giurisdizione. Nel caso della Campania, De Luca potrà essere proclamato eletto, ma subito dopo dovrà essere sospeso, contrariamente a quanto sostiene Raffaele Cantone. E dovrà essere il Presidente del Consiglio Matteo Renzi a firmare il decreto di sospensione. Si tratta di un atto dovuto. Come avvenne per il Presidente della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti. Nè può pensarsi a un ritardo procedurale o a una  valutazione discrezionale dell'esecutivo, poiché la Cassazione a Sezioni Unite ha stabilito che la sospensione è un atto vincolato  per cui  non esiste potere discrezionale da parte del Capo del Governo o del prefetto. Del resto lo stesso Vincenzo De Luca ritiene che la legge Severino sia immediatamente applicabile, tanto da avere  implicitamente sollecitato il  Governo a una sua modifica tempestiva. Quanto alla  ipotesi di un rallentamento della procedura amministrativa , se fatta per consentire a De Luca di preparare un programma di Governo, di nominare il vice e la giunta regionale, tale condotta  dilatoria potrebbe integrare a sua volta il delitto di abuso di ufficio mediante ritardo  doloso. La Corte Costituzionale ha già  spiegato che la “sospensione obbligatoria integri un vero e proprio impedimento  del Presidente che gli preclude l'esercizio delle attribuzioni connesse alla carica con conseguente impossibilità di compiere qualunque atto”.  Quanto alla incostituzionalità della legge Severino  per eccesso di delega (ar76 Cost) in quanto  la legge-delega avrebbe collegato le conseguenze della sospensione o della decadenza unicamente alle sentenze di condanna definitive, e non anche a quelle non definitive, i giudici del Consiglio d Stato  evidenziano che il concetto di "sospensione" implica di per sé il riferimento a un presupposto ( la condanna penale) non ancora definitivo: se il Parlamento ha voluto mantenere, a fianco della misura della decadenza, anche la possibilità della "sospensione" della carica elettiva, ciò ha fatto - evidentemente - sull'implicito presupposto che tale misura (a differenza della decadenza, che si appoggia a una condanna definitiva) non può non inerire che a una condanna non definitiva, in linea con la natura tipicamente cautelare che la pervade. E laddove il legislatore delegante ha fatto riferimento all'istituto della "sospensione", ha richiamato la necessità che anche le sentenze non definitive di condanna  possano assumere un importante ruolo nel delineare il complessivo istituto dell'incandidabilità, quantomeno sotto l'aspetto dell'anticipazione  degli effetti preclusivi sulla carica elettiva, tipici della sentenza definitiva. Da qui deriva che Vincenzo De Luca deve essere sospeso e nel frattempo  non sembra potere non solo fare programmi ma neppure nominare  il vice e la giunta. E che occorre procedere a nuove elezioni.

venerdì 24 aprile 2015

Il rispetto della scuola pubblica




La scuola pubblica,  la dignità e  la libertà di insegnamento. 

1.  Ringrazio  tutti coloro che mi hanno chiesto di partecipare a questo incontro e di dare il mio modesto contributo alla difesa della scuola . Nel  70 anniversario  della Liberazione , da cui è nata la nostra Costituzione,  siamo  chiamati a  difendere la scuola pubblica dall'attacco del Governo contro  insegnanti  precari e di ruolo  e i quota 96, vittime di  gravi ingiustizie  commesse da parte dei Governi  degli ultimi 30 anni.  E' un attacco, quello attuato con la legge in discussione in Parlamento,  contro la democrazia  e la Costituzione e contro il diritto  degli studenti  a ricevere gratuitamente una seria educazione e formazione culturale e morale  a vantaggio della loro persona e della collettività. A differenza  dello Stato totalitario, lo Stato democratico, perseguendo  l'interesse collettivo alla cultura, lascia alle persone libertà di formarsi  e non stabilisce  con arbitraria sopraffazione, quello che è etico e  giusto insegnare ( Atti costit relazione  A Moro  18 ottobre 1946).
Questa libertà  di contenuti oggi è  minacciata dalla riforma del Governo.
Quella che conduciamo oggi, e dobbiamo proseguire in avvenire,  è una battaglia di libertà e di  dignità dei docenti precari e di ruolo.  Ai  quali va riconosciuto il diritto di insegnare  alle nuove generazioni il frutto  della propria esperienza intellettuale e di aiutarle ad aprirsi coscienti alla vita,  diritto  costituzionalmente garantito col riconoscimento della funzione sociale dell'insegnamento . Questa funzione lo Stato deve soddisfare, ponendo a disposizione degli studenti, docenti preparati e ben retribuiti, affinché possano  migliorare la propria formazione culturale ed etica  nell'interesse degli studenti. ( atti costituente  relazione Moro ib). Ed è questo dovere dello Stato,  di organizzare la scuola come un servizio pubblico per  preparare i giovani ad assumere  funzioni sociali,  che  con la riforma viene  violato  umiliando  i docenti col licenziamento ,  precarietà e retribuzioni inadeguate.

 Contro questa politica , che danneggia la scuola pubblica e l'interesse collettivo , docenti, studenti  e lavoratori  devono mobilitarsi per una nuova Resistenza. Ma occorre anzitutto  l'unità  dei docenti , di ruolo e precari,  condizione necessaria per la difesa della scuola pubblica. Siamo più che mai convinti  che se la scuola pubblica non vuole subire nuove sconfitte, deve affrontare compatta e non divisa le forze  del privilegio e della reazione, che  70 anni  dopo la Liberazione,  non sono  morte , ma, come appare  da molti segni evidenti , sono più vive che mai e tentano di umiliare la scuola di Stato   con  grave  pericolo per la democrazia.
 Ogni volta che  tra gli insegnanti  si verificano divisioni , alimentate ad arte dai nemici della scuola, le forze della  conservazione, ne profittano per  ridurre i diritti dei docenti a una retribuzione adeguata ai loro altissimi compiti, alla  dignità  del lavoro e alla  libertà di insegnamento.
L'istruzione  pubblica   deve tornare a essere, contro la controriforma,    punto centrale del nostro sistema morale e politico,  lo strumento più alto per la formazione umana della nostra comunità nazionale,  l'ambiente più favorevole per risolvere  i problemi  sociali e politici e  soddisfare l'ansia di un mondo più  giusto.  Agli insegnanti,  anima della scuola,  umiliati e offesi dai vari Governi che si sono alternati, vadano il rispetto, la fiducia , la comprensione e la gratitudine  dei cittadini, riconoscendo ad essi  la funzione sociale   di   aiutare  coloro che affrontano le quotidiane fatiche intellettuali  per sostenere  la vita nuova che avanza  dei  nostri amati studenti . (Atti costit relazione  A Moro  18 ottobre 1946). 

2. La riforma del  Governo va contro  l'interesse del paese  a  una vita scolastica più adeguata alla realtà dei tempi, più vicina ai cittadini,  più in grado di  preparare i giovani   ad affrontare i problemi di una società in profonda crisi a causa delle   diseguaglianze tra una piccola  classe di privilegiati , che godono di  retribuzioni  enormi,  e una grande massa di cittadini, tra cui i docenti,  che  vivono  in uno stato di bisogno. Ma la libertà senza eguaglianza non esiste , è una falsa libertà. Il docente che non  ha  un lavoro stabile e  una retribuzione dignitosa,  non ha la serenità  necessaria per  educare i nostri amati giovani alla vita e alla lotta  per i diritti civili e politici. E'  persona  in apparenza libera, ma  di fatto schiava, è una non persona. E noi cittadini  abbiamo il dovere di ribellarci a tutto questo.

Questa  riforma  viola  principi fondamentali della Costituzione,  anzitutto l'art 3 , secondo cui  è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli  di ordine economico e sociale che limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e la  effettiva  partecipazione di tutti  i lavoratori , tra cui gli insegnanti , alla organizzazione politica , economica e sociale dello Stato. E  l'art 36 secondo cui  i docenti hanno diritto a una retribuzione adeguata alla qualità e quantità del lavoro svolto e  tale da  garantire una vita libera e dignitosa. Ma anche l'art 4 secondo cui lo Stato deve rendere effettivo il diritto al lavoro, e l'art 33 sulla libertà di insegnamento.

3. Per questo preoccupa e  indigna  l'attacco del Governo agli insegnanti. Il presidente Matteo Renzi, dopo avere promesso  il 12 marzo 2015, l'assunzione di 150000 precari,  presenta un disegno di legge che lascia ai docenti di ruolo lo stipendio  immorale  di 1800 euro al mese dopo 30 anni,  e minaccia  di licenziare circa 100.000 precari , retribuiti con stipendi indecorosi. Non  percependo la diseguaglianza  dovuta agli enormi e ingiusti sipendi  attribuiti a caste privilegiate, tra cui i dirigenti di enti pubblici, spesso coinvolte in gravi episodi di corruzione, degli enormi sprechi nelle grandi opere spesso  inutili come TAV, Expo e Mose , segnalati dall'UE   nel rapporto del 3 febbraio 2014, di denaro pubblico  che si verifica ,   e della corruzione   impunita che costituisce una tassa immorale di 70 miliardi di euro ogni anno ( Corte Conti) . E ignorando che la scuola è (Calamandrei)  “un organo costituzionale come Parlamento, Governo  e magistratura anzi ancora più importante,  poiché l'insegnante ha un compito  ancora più difficile , istruire e formare i giovani. La scuola è “organo centrale della democrazia” “da essa  parte il sangue che  rinnova giornalmente tutti gli altri organi, giorno per giorno”.

4. La riforma minaccia la libertà degli insegnanti (art 33), che saranno  costretti ad abbracciare una fede politica, una dottrina filosofica, una ideologia , una scelta  educativa  e non verità, che viene dall'alto, mentre essi  hanno  diritto di dare e ricevere criticamente diverse  opinioni politiche, diverse filosofie, diverse ideologi (N Bobbio). La scuola libera non vuol dire scuola indifferente alla sorte del Paese e alla democrazia,  né da parte dell'insegnante , che deve avere le sue convinzioni, né da parte dell'allievo, che non deve essere un ricettacolo passivo di tutto quello che legge o ascolta. Il principio etico  su cui si fonda la libertà nella scuola è la tolleranza.  La tolleranza è rispetto delle opinioni altrui .  Tolleranza significa che è lecito e doveroso , il confronto, perché dal confronto  deriva  tanto da una parte quanto dall'altra una convinzione diversa da quella da cui eravamo partiti.  (Bobbio)
La riforma, attribuendo al dirigente scolastico  “le scelte didattiche e formative e la valorizzazione delle risorse umane e del merito dei docenti”, viola il principio  della libertà di insegnamento tipica della scuola di Stato, ma anche la meritocrazia .

5. Aristotele  esaltava la scuola pubblica  450 anni prima di Cristo dicendo “che il legislatore deve preoccuparsi soprattutto dell'educazione dei giovani ; ed è questo, che trascurato in uno Stato, rovina la  democrazia. E poiché lo Stato  ha un unico fine,  il bene comune , è evidente di necessità che anche l'educazione sia unica e uguale per tutti, che la cura di essa sia pubblica e non privata, come adesso fa ognuno prendendosi cura in privato dei propri  figli e impartendo loro l'insegnamento che gli piace”.  ( Aristotele La politica  editori Laterza  p 263- 264)
“E' evidente , dunque, che deve esserci una legislazione sull'educazione e che questa deve perseguirsi in comune; quale sia l'educazione e come la si debba  impartire non deve restare nascosto”( Aristotele Politica  editori Laterza  p  264).
Ed invece  il Governo  finanzia le scuole private  come  le scuole pubbliche,  mentre la Costituzione  dice “enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato”.  Anzi la riforma Renzi peggiora la legge Berlinguer 2000, pone  scuole statali e  private  sullo stesso piano. Un'assurdità!  Se  prevarrà la scuola privata, costosa e confessionale,  molti studenti saranno esclusi dall'istruzione   a causa della povertà  e della fede  non cattolica.  Mentre la scuola pubblica è laica, aperta a tutti e gratuita. 

Contro la riforma, chiediamo che il merito sia valutato non dal dirigente scolastico , ma con criteri oggettivi fissati da leggi e  regolamenti.  Diceva Aristotele: “E' preferibile , senza dubbio, che governi la legge più che un qualunque cittadino. Chi raccomanda il governo della legge  raccomanda il governo  della ragione; mentre chi raccomanda il governo dell'uomo vi aggiunge anche quello della passione sconvolge anche gli uomini migliori. Mentre  la legge è ragione senza passione... quelli che stanno ai posti di governo ( anche nel governo della scuola nda) sono soliti fare molte cose per dispetto  o per favore” (Aristotele politica Laterza 93 p 108-109)

6. La riforma  si   risolve ancora una volta in tagli  alla scuola pubblica ,  alle università statali e a centinaia di migliaia di studenti.  L'idea  è  assoggettare la scuola alle leggi del mercato e dell'efficientismo come si  è fatto per il lavoro trattato come una merce.  Ma la Repubblica non si ispira a principi utilitaristici  ma con lo studio gratis ,  deve adempiere ai doveri  di solidarietà politica economica e sociale .
Tutto questo va contro  la democrazia.  L'insegnante, temendo il licenziamento,  non sarà più libero di esprimere il proprio pensiero  ma dovrà   seguire scelte didattiche di regime  che  ledono la libertà del docente e dell'allievo di non essere  indottrinato. L'allievo sarà  condizionato  da insegnanti  cui è precluso il diritto  di   esprimere  un'opinione critica, un giudizio politico o morale sulla classe dirigente una valutazione  della correttezza dell'azione del Governo.

7.  Il costo della scuola pubblica  è  diventato  insostenibile per milioni di lavoratori; e ancor più quello della scuola privata aperta solo ai ricchi; ma il monopolio della ricchezza   porta fatalmente al monopolio della cultura, sicché le scuole medie ed universitarie, sbarrate  agli ottimi quando sono figli di poveri, si riempiono di mediocri e anche di pessimi, figli di ricchi . Che diventano pessimi professionisti,  pessimi magistrati ,  pessimi politici e  pessimi governanti che pensano al loro vantaggio personale e non al bene comune.
Verrà  a mancare quel continuo ricambio attraverso il quale si verifica senza posa , nelle vere democrazie,  il rinnovamento della classe politica di governo, che non  deve rimanere una casta chiusa, come oggi,  ma  deve essere la espressione aperta e mutevole delle forze  più giovani e meritevoli della società.  Ed è  in questo cristallizzarsi  del potere  nelle mani di una minoranza inetta e ignorante ,  la ragione delle diseguaglianze sociali e del declino della classe dirigente, esaltata da media asserviti e da intellettuali senza nerbo e senza dignità. Ed è  qui da  la causa del trionfo del nuovo fascismo che si ammanta di democrazia, in questa fiacchezza , in questa anemia, in questa indifferenza popolare, narcotizzata dai grandi fratelli e  dalle fiction.
La sola speranza di riscatto viene  da docenti e  studenti,  che non siano condizionati dal  ricatto di un governo insolente e prepotente .  
Nella nostra  fragile ed ingiusta  democrazia, la scelta di governanti  non cade su persone culturalmente  dotate, ma , grazie ad una scuola  impoverita e umiliata ,  su mediocri che ignorano  il bene comune e l'eguaglianza dei diritti sociali. Mentre  si tende a privilegiare una scuola privata riservata alle classi benestanti.
 Laddove , attraverso il potere  discriminatorio della  istruzione , il governo democratico che dovrebbe essere aperto ai meritevoli ,  resterà  il governo dei ricchi, non progrediremo verso l'eguaglianza dei diritti sociali, necessaria per lo sviluppo del paese.  Di tutti i privilegi che la ricchezza conferisce  agli abbienti, anche se  incapaci, quello della istruzione è il più ingiusto, odioso e pericoloso. L'uomo e la donna figli di operai  e contadini non potranno mai esser capaci di accedere alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, come previsto dall'art 51 della Costituzione,  se non  si garantisce loro una educazione sufficiente  per prendere coscienza di sé, per alzare la testa dalla terra, e per intravveder fini più alti che non siano quelli di saziare gli stimoli della fame. 

Dopo l'asservimento  a una oligarchia dominante del sistema mediatico TV e della carta stampata, che con  adulazione esalta il Presidente del Consiglio non lasciando spazio alla critica, dopo  il nuovo conformismo di molti  intellettuali alla ricerca di protettori, il solo comparto da soggiogare resta la scuola pubblica.  E questo il Governo sta facendo.

Rivolgo un appello al Presidente della Repubblica, garante  supremo della Costituzione , affinché, in ossequio all'art 54 della Costituzione- per il quale i cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche  come Governo e Parlamento  debbano osservare la Costituzione con disciplina e onore-,  intervenga  fin da ora per richiamare il Governo sulle palesi illegittimità costituzionali presenti nella riforma sulla scuola  pubblica  in discussione davanti alle Camere.

Rivolgo un appello a tutti gli insegnanti a battersi uniti in difesa della scuola pubblica, ma anche agli studenti perché amino e rispettino i loro insegnanti precari e di ruolo  e il sacrificio che essi  sopportano giorno per giorno. Gli studenti ,  i lavoratori e i disoccupati devono scendere in campo accanto agli insegnanti  in difesa della scuola pubblica gratuita, della dignità dei docenti  e contro l'abbandono scolastico. Guai a spezzare questa unità di docenti studenti e lavoratori, ogni rinnovamento si arresta. Dobbiamo ribellarci e dire un no netto  alla riforma  liberticida  del Governo, che intacca le nostre libertà e la nostra democrazia,  e chiedere al Governo di  riconoscere il posto di lavoro agli insegnanti precari, una categoria benemerita che tanto fa per i nostri studenti, i diritti violati di quota 96, e  perché il governo garantisca stipendi adeguati a insegnanti di ruolo e non di ruolo. Dobbiamo pretendere  dal Governo  che i miliardi  assegnati alle grandi opere, che sono spesso inutili tanto da restare incompiute,  veri e propri tangentifici e distruttori dell'ambiente,  siano invece  destinati alla scuola pubblica, che è pilastro della nostra democrazia, e alle migliaia di precari da stabilizzare. Vogliamo che dalla classe operaia possano uscire, attraverso la scuola pubblica aperta a tutti, uomini come Giuseppe Di Vittorio e Sandro Pertini. Forze vive capaci di rinnovare la classe dirigente, giovani che non si lascino prendere dal mito del successo, che premia spesso ingiustamente chi ottiene molto senza dare niente,  perché siano gli alfieri di una Nuova Resistenza.  Viva la scuola pubblica , viva  gli insegnanti  precari e di ruolo  di ogni scuola, viva la democrazia e la libertà.



sabato 24 gennaio 2015

Notte della onestà 24 gen 2015



Cari cittadini, cari giovani

1. Siamo in Piazza del Popolo per  celebrare  l'onestà  come  rimedio contro  la  corruzione  che  distrugge  il futuro dei giovani.  La corruzione  è una  tassa occulta  e immorale  di 70 miliardi di euro, che grava ogni anno su lavoratori,  pensionati, disoccupati,  giovani,  casalinghe , docenti,  studenti , forze dell'ordine, disabili e donne, la causa principale della crisi in cui viviamo da anni, senza vedere la luce in fondo al tunnel. Milioni di  non abbienti  sono costretti a subire tutto il peso della corruzione, mentre un ristretto gruppo si arricchisce  sulle sventure degli italiani.

2. E' ora di dire basta a questo scempio, non possiamo stare a guardare, dobbiamo scendere in campo accanto ai ragazzi del M5S , per  sconfiggere  la principale causa delle ingiustizie  e della povertà di milioni di persone; il patto scellerato tra politica  mafia e corruzione , emerso  nell'inchiesta  di magistrati   e inquirenti coraggiosi.

3. Le società del Comune di Roma  hanno concesso  appalti  alla camorra    in cambio di tangenti. E  favorito la distruzione del territorio. E creato migliaia di posti  per  parenti , amanti , amici e clienti, impedendo i concorsi pubblici e l'accesso allo Stato di giovani  meritevoli . Le cooperative  mafiose hanno  vinto  tutte le gare di Roma   per i rifiuti dal 2000 ad oggi, grazie  a società  comunali in cui la corruzione ha raggiunto il massimo livello.

4.  E non c'è differenza  tra le amministrazioni che si sono succedute a Roma negli ultimi anni. Tutte hanno  partecipato alla  rapina del danaro pubblico. Anziché  arginare la corruzione  ,  hanno consentito a  mafiosi e corrotti di prosperare alle spalle dei lavoratori ,  ottenendo dal Governo centinaia di milioni  di euro  destinati non ai servizi sociali ma a un fiume di tangenti,  sulla pelle dei senza casa , senza lavoro e imprenditori onesti . E quando un'incorruttibile assessora al bilancio propose al Sindaco  tagli alle spese non giustificate ,  fu cacciata via  senza misericordia, con l'accusa di   irragionevolezza delle sue scelte, vergogna.

5. Occorre tenere alto l'allarme sociale  contro i nemici dell'onestà ,   e  all'azione degli inquirenti  occorre associare il controllo  dei lavoratori e degli organi di stampa, e vincere il silenzio  complice che sta calando sulla inchiesta.

6. Roma sta diventando la nuova terra dei fuochi Ricordo ai romani che il camorrista  Vassallo  confessò “ Per venti anni ho contaminato il suolo, il cibo, le acque e l'aria della Campania, complici, sindaci, politici , boss e contadini, ciascuno interessato ad arricchirsi sulla pelle dei cittadini”, uomini di governo, funzionari  dell'agenzia regionale dell'ambiente stipendiati dalla camorra per coprire il traffico di rifiuti tossici provenienti dal nord, inquinando agricoltura , falde acquifere e causando l'aumento spaventoso dei tumori , e migliaia di morti , specie giovani e bambini, miseria e disperazione. Ebbene , quelle stesse aziende che hanno distrutto la Campania  sono entrate a Roma Capitale

7.  Occorre fermare subito la nuova terra dei fuochi,  mobilitando la coscienza civile  dei romani, e riconoscere che la sola forza politica che con determinazione contrasta  la corruzione è   il M5S . Da  cui viene la spinta costante  a  promuovere i valori supremi di legalità e onestà .

8. Ma l' imperativo morale non basta.  Occorrono una nuova amministrazione, che governi nell'interesse del popolo,   e  nuove leggi.
Il codice penale  fascista  contrasta coi valori della Costituzione. E' forte con i deboli e debole coi forti . Punisce persone che esercitano in stato si necessità  i diritti inviolabili al lavoro,  alla casa , alla scuola, all'ambiente, e garantisce l'impunità ai corrotti  con norme inadeguate . Occorre invece  punire  duramente la corruzione e depenalizzare reati di scarso allarme sociale ,  in un momento storico  in cui  sono impuniti  pericolosi bancarottieri,  truffatori , evasori fiscali e responsabili della  “rapina”   di miliardi  in danno di migliaia di piccoli risparmiatori.

9. Ci attende un difficile  cammino che insieme dobbiamo compiere, che dal disastro di una società dominata dalle diseguaglianze e dalla corruzione, ci porti verso una società più giusta e dignitosa per i giovani , le donne e i lavoratori .Un società in cui Roma , da mafia capitale diventi  capitale dell’ONESTÀ il pilastro del cambiamento. Perchè l'ONESTA  è più potente della corruzione. Ma lasciatemi ringraziare Beppe Grillo  e i meravigliosi ragazzi del M5S, che mi  hanno onorato del loro consenso. Li abbraccio e dico loro che questo mi basta , non voglio altro.

mercoledì 7 gennaio 2015

Il decreto fiscale salva Berlusconi. La tecnica legislativa truffaldina




Il decreto  fiscale salva Berlusconi
Non c'è nessun giallo; il decreto legislativo fiscale del 24 dicembre 2014 varato dal Governo, va  certamente  a favore  dell'ex presidente del Consiglio, condannato a quattro anni  di reclusione per frode fiscale e decaduto  dal Parlamento. Esso, se resterà, come sembra, come è stato formulato,  cancellerà  la condanna e  riporterà il  condannato in Parlamento e magari gli consentirà di riprendere la guida del Governo e di candidarsi al Colle. Si tratta della tecnica legislativa truffaldina della maggioranza   sperimentata  con le leggi anticorruzione , un vero e proprio imbroglio smascherato da parlamentari del M5S. 
Il decreto fiscale  apparentemente  dovrebbe contrastare l'evasione fiscale  ma in realtà. Ma, come ha spiegato  l'ex Ministro Visco,  va  nella direzione contraria. Il decreto è un corpo di norme permissive che depenalizza molti reati tributari,  secondo una logica assurda di legalizzazione dell'evasione fiscale.  Il provvedimento , che secondo  gli ultimi annunci del Presidente del Consiglio resterà immutato,   farà  perdere credibilità al Governo e alla maggioranza, sulla scia di quanto accadde  con le  norme annunciate   contro  corruzione,   falso in bilancio,  voto di scambio,  concussione e  prescrizione. Tutte risoltesi in   assoluzioni, condoni e prescrizioni  dei delitti  a favore dei corrotti.
Qualcuno finge di credere che la legge di Natale non sarebbe  applicabile al nostro  ex premier, perché la sentenza di condanna è passata in giudicato. Non è così. Il  condono è stato fatto  non per i  responsabili di dichiarazioni infedeli, ma  per un personaggio definito dal Tribunale di Milano socialmente pericoloso.  Il presidente dell'ANM Rodolfo Maria Sabelli non ha dubbi: la  non punibilità si applica all'ex Presidente del Consiglio.  Come  riconosce lo stesso prof. Franco Coppi, che però  ha smentito.  Se il decreto fosse approvato , sarebbe l'ennesimo  attacco al principio di legalità e  a quello di eguaglianza, e   incostituzionale per violazione dell'art 3  della Costituzione.
 Ma cerchiamo di capire cosa è accaduto. Il decreto truffa natalizio,  modificato  da un misterioso Babbo Natale,  prevede che, per i reati di evasione fiscale,  la punibilità è esclusa  quando le imposte evase non superano il 3% del reddito imponibile. Chi ha introdotto la norma  sa che l'evasione fiscale  dell'ex premier  raggiunge  l'1,91 per cento del reddito. E quindi è inferiore al 3%.  A questo punto scatta  l'art 673  codice di procedura penale. Questo  prevede che , nel caso di abrogazione del reato o di una parte del reato,   “ il giudice dell'esecuzione revoca la sentenza di condanna, dichiarando che  il fatto non è previsto dalla legge come reato”.   Il giudice non avrebbe scelta ; in sede di incidente di esecuzione, previsto dalla legge,  dovrebbe  dichiarare che il reato non esiste più- - la formula è che il fatto non è previsto più come reato- , e sarà   accusato  di  favorire un potente uomo  politico. Il giudice  diventerà  il  responsabile dell'imbroglio. La pubblica opinione  dimenticherà  che il giudice  è l'esecutore di un ordine incostituzionale emesso dal Governo mediante legge e lo  accuserà di indulgenza verso i potenti.
 Il giudice potrebbe eccepire la incostituzionalità della legge, ma la Corte Costituzionale  interverrebbe  tra qualche anno, dopo che il guasto sarebbe  divenuto  irrimediabile .
Ma la questione non finisce qui. Il Presidente  del Consiglio spara a destra e a manca che “sospenderà subito la norma”. Facendo finta che non si  era accorto del condono verso i grandi evasori  tra cui Silvio Berlusconi.   In realtà senza l'allarme  di una parte della stampa, l'inganno non sarebbe stato scoperto .  Inoltre se  il decreto  resta immutato, secondo le ultime notizie, ed  entrerà in vigore anche per un solo giorno , si cancellerà  la condanna  di Silvio Berlusconi  e  si consentirà il ritorno dell'ex premier sulla scena politica . Il trattato di diritto penale di Ferrando Mantovani dice che i decreti favorevoli al reo, anche se non convertiti in legge,  sono retroattivi e si applicano a favore del condannato.  Ciò significa che  la revoca del decreto legge- che  Renzi ha deciso di  mantenere  immutato-  non  servirebbe  a nulla. Il piano criminale  è perfetto  e sarà realizzato.  Oggi il decreto non è entrato ancora in vigore neppure per un giorno, per cui il  condannato non se ne può giovare. Resta il fatto grave che il premier  se ne gioverà appena sarà approvato.  Il Presidente  Renzi   sembra intenzionato a  salvare  il suo alleato,  con un  condono che riguarda molte persone ma anche e soprattutto  l'ex premier Silvio Berlusconi. Si tratta di un condono  del quale  non godono i  ladri dei supermercati, coloro che  occupano le case per necessità,   gli oppositori di opere accusati di violenza privata, i  cittadini di Savona,  Campania, Val di Susa, Liguria, Toscana, Puglia  e Sicilia che si battono in difesa dell'ambiente e della vita. Ed è inutile che il premier ci rassicuri dicendo che Berlusconi sconterà la pena; egli sa bene che fruirà della cancellazione  della condanna principale  e della pena accessoria, la decadenza  dal  Parlamento
Non ci sarebbe  da meravigliarsi  che la legge  sul condono fiscale  fosse  approvata  nella  disattenzione  generale. Favorendo un  condannato che partecipa   alle riforme costituzionali e  condiziona l'elezione del Capo dello Stato.  C'eravamo illusi  che  fossero   passate di moda  le pratiche legislative criminali a favore dei potenti, dopo  il riconoscimento della correttezza della Cassazione e del suo presidente Antonio Esposito , sottoposto a un linciaggio mediatico interminabile e a un procedimento disciplinare devastante .
Berlusconi , forte del controllo di  TV private e pubbliche , in cui lavorano anche parenti di famosi e influenti giornalisti , condiziona  il nostro sistema legale, il nostro futuro e quello dei giovani. Egli  è uno dei promotori dell'Italicum che stravolge i principi più importanti della Costituzione democratica, l'eguaglianza e la libertà del voto. La  maggioranza , eletta in base alla legge   bocciata dalla Consulta,   ripropone una legge con i  vizi di quella cancellata . Con l'Italicum la maggioranza    resterebbe  per sempre immutata, creando da sé, a proprio vantaggio, un sistema elettorale che le permetterebbe  di restare maggioranza, anche quando   fosse  diventata per avventura minoranza.
E non è vero che l'opposizione  abbia  fatto opera di distruzione e non di proposta  migliorativa del sistema legale e di adeguamento delle leggi  alla Costituzione. E' innegabile il  coraggioso e puntuale lavoro compiuto dal M5S, con  una schiera di parlamentari, che tende a un sistema elettorale democratico,  a battersi per  varare un'efficace legge sul conflitto di interessi,  presupposto della lotta alla corruzione. E  a fare decadere chi, in Parlamento, versa in  una clamorosa  situazione di incompatibilità .   E  di coloro che, in conformità   con la Costituzione , vogliono accrescere il livello di democrazia dentro le Forze Armate  che sono  presidio  di legalità e difesa della Patria .
L'allarme lanciato dalla Stampa, prima dell'approvazione del decreto,  ha bloccato   gli inganni delle potenti lobbies presenti in Parlamento.  Contro cui agirebbe la legge  sulle lobbies , sollecitata dall'Unione Europea,  e che è stata proposta da anni, da alcuni  giovani parlamentari  come Luigi Di Maio, Carlo Sibilia, Riccardo  Fraccaro, Riccardo Nuti , Federico d'Incà  e Giuseppe Brescia , legge che  ristagna  alla Camera  favorendo  la corruzione e minando l'indipendenza dei parlamentari. 
 La speranza di vincere la lotta alla corruzione  con la legge del Governo,  migliorata dalla opposizione guidata da Massimo Enrico Baroni ,  fu  illusoria. Alla fine di una lunga battaglia,  avemmo  una legge  propaganda, con  deroghe incredibili a favore di soggetti potenti, che versavano in clamorosi conflitti di interesse. Deroghe introdotte con la stessa tecnica  truffaldina  usata nel  decreto di Natale. Il Premier  ha esaltato  il decreto ,  parlando  dell'aumento delle pene per i casi più gravi di evasione fiscale, sorvolando sugli effetti devastanti  sul principio di legalità. Ora questa storia tragicomica  si  concluderà , sembra,  col  mantenimento dell'emendamento di favore. Assieme alle norme  che non puniscono in modo efficace la corruzione, il falso in bilancio e il voto di scambio, che non fanno cessare gli effetti devastanti  della prescrizione.
TacitoIl modo di legiferare  della maggioranza è  stato spesso un susseguirsi  di trucchi, frodi, inganni mediante occultamenti o inserimenti surrettizi di commi  profittando di decreti legislativi generici, e per questo incostituzionali, con deleghe aperte a ogni  contenuto e tali da favorire  gli interessi di pochi fortunati   in danno del bene comune della stragrande maggioranza dei cittadini.
TacitoLe leggi non possono essere partorite da legislatori  che tutelano interessi particolari e non  generali. Negli ultimi anni il  governo ha  esercitato  il  potere in nome della legge e mediante ordini travestiti da leggi.  Le  leggi sono state sciupate per  inflazione,  cattiva qualità, perdita di certezza e perdita di generalità. Una pletora di leggi che le ha svalutate. Corruptissima Republica  plurimae leges.   In una corrottissima Repubblica  ci sono molte leggi, diceva Tacito. I cittadini hanno bisogno di poche leggi , senza trucchi e senza favori , solo così si tutela uno Stato in cui il bene di tutti garantisce  la  salvezza di tutti . Se tutta la nazione  è prospera, arreca ai privati  più vantaggi che se  è  fortunata in ciascuno dei suoi cittadini, ma va in rovina nel suo complesso, come sta accadendo oggi in Italia .

giovedì 1 gennaio 2015

Difendere la Costituzione dagli attacchi della maggioranza che si giova dell'indifferenza dei soloni della Costituzione

Cari amici, prepariamoci a difendere la Costituzione dagli attacchi della maggioranza che si giova dell'indifferenza dei soloni della Costituzione, silenti di fronte a leggi vergognose come lo sblocca Italia, la legge di stabilità e quella sul lavoro. E non indicano alcun rimedio contro il conflitto di interessi, causa della corruzione. Non gli daremo mai il nostro appoggio. La nostra Costituzione è una costituzione rinnovatrice che mira alla trasformazione di questa società ingiusta, in cui le libertà sono inutili per le diseguaglianze economiche e la impossibilità dei lavoratori di sviluppare la scintilla spirituale dentro di loro, che se fosse sviluppata in regime di eguaglianza, contribuirebbe al progresso della società. Ma la Costituzione non è una macchina che va avanti da sé; perché si muova bisogna metterci l'impegno, lo spirito, la volontà di attuarla contro le resistenze degli abbienti. Tra le offese alla Costituzione sono l'indifferenza, il silenzio e il disimpegno dei soloni della Costituzione la quale è l'affermazione solenne della solidarietà sociale, della solidarietà umana, della sorte comune ai destini del Paese.

Difesa collettiva della Costituzione contro i demagoghi