venerdì 10 ottobre 2014

La iniqua riforma dell'istruzione (Renzi-Giannini 2014)

Condivido la protesta degli studenti contro la iniqua riforma dell'istruzione.    Che  non poteva essere di qualità eccellente tenuto conto del  livello culturale dei due riformatori  autori  del pasticcio,  Matteo Renzi e  Stefani Giannini. L'idea di trascurare la scuola  pubblica  e di   finanziare  la scuola privata  , sottraendo risorse alla scuola dello Stato  con gravi ripercussioni sui meno abbienti,   è inaccettabile e contraria alla Costituzione.  Non può trasformarsi la scuola  pubblica  in una impresa  soggetta  alle leggi del mercato e dell'efficientismo.  Essa si pone in netto contrasto con l'art 33 della Costituzione , secondo  cui  la Repubblica istituisce scuole statali ( gratuite) per tutti gli ordini e gradi, e con l'articolo 34, che premia i capaci ed i meritevoli, anche se privi di mezzi, avendo essi diritto di raggiungere i gradi alti degli studi”. Non solo: la riforma  dimentica che  la Repubblica non si ispira a principi utilitaristici, ma rimuove  gli ostacoli di ordine economico e sociale che , limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza, impediscono a tutti i lavoratori la piena partecipazione  alla organizzazione politica economica e sociale dello Stato( art 3). E  dimentica che lo Stato è una grande organizzazione  che deve tendere all'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica economica e sociale. Oggi è un fatto che  la maggior parte degli studenti universitari proviene dalle classi sociali più abbienti mentre dai lavoratori manuali proviene una minoranza esigua che non supera il 10%. “Così  il monopolio della ricchezza – diceva  Piero Calamandrei-  porta fatalmente al monopolio della cultura, sicché le scuole medie ed universitarie, sbarrate agli ottimi quando sono figli di poveri, si riempiono di mediocri e anche di pessimi”. Che diventano pessimi professionisti, magistrati e politici. Viene così a mancare quel continuo ricambio attraverso il quale si verifica senza posa , nelle vere democrazie, tra cui non rientra quella italiana, il rinnovamento della classe politica dirigente, che non rimane una casta chiusa, come è oggi,  ma è la espressione aperta e mutevole delle forze  più giovani e meritevoli della società. Può così accadere che politici squalificati  in contatti con  esponenti della mafia, esaltati talvolta   come simboli di coraggio e di  lealtà ,  diventino modelli di vita negativi per gli studenti . Ed è proprio  in questo cristallizzarsi  del potere politico in una  maggiore minoranza ,  privilegiata e arrogante, la ragione del declino della classe dirigente italiana, esaltata da media asserviti e da cortigiani  ed intellettuali senza nerbo e senza dignità. Ed è proprio qui da ricercarsi la causa più profonda del trionfo del nuovo fascismo che si ammanta di  democrazia, in questa fiacchezza , in questa anemia, in questa indifferenza popolare. La sola speranza di riscatto viene  dagli studenti medi e universitari e dai docenti, offesi nella loro dignità, non condizionati dal  ricatto di un governo insolente e prepotente . Non c'è da meravigliarsi che nella nostra democrazia  malata non accada che la scelta dei governanti cada su persone intellettualmente meglio dotate, ma su mediocri che ignorano cosa sia il bene comune. Mentre aumentano le ingiustizie sociali e le nuove povertà. E si tende a privilegiare una scuola  riservata alle classi benestanti, che ignorano la storia del nostro Paese. Ma se solo   agli appartenenti a certe classi  sociali è dato di farsi strada ed emergere, mentre  in altre categorie l'intelligenza è costretta, per mancanza di risorse e  della istruzione idonea, a rimanere occulta  e socialmente inoperosa  e sacrificata, allora la democrazia declina e con essa la libertà e la giustizia sociale. Laddove le scuole costano e può frequentarle solo chi può sostenerne il costo, l'istruzione si risolve in un privilegio economico, che è anche un privilegio politico. E attraverso il potere economico discriminatorio della  istruzione , il governo democratico aperto a tutti i meritevoli diventa il governo dei ricchi, ignoranti e arroganti. Ed é questo  privilegio economico e dunque politico dei ricchi che la riforma  Renzi-Giannini tende a garantire a scapito dei non abbienti. Di tutti i privilegi che la ricchezza conferisce  agli abbienti, anche se  incapaci, quello della istruzione è il più ingiusto, odioso e pericoloso. L'uomo non può esser capace di accedere alle cariche elettive se non gli garantisce una educazione sufficiente  per prendere coscienza di sè, per alzare la testa dalla terra, e per intravveder fini più alti che non siano quelli di saziare gli stimoli della fame. Ed è questo privilegio della istruzione che costituisce l'obiettivo del governo. La battaglia della difesa dell'autonomia della scuola  dall'invadenza del governo, che tende ad eliminare ogni forma di dissenso e di opposizione al pensiero unico dominante, è cruciale per la difesa della democrazia e della libertà. Dopo l'asservimento del sistema mediatico TV e della carta stampata, che  esalta il Presidente del Consiglio, dopo  il nuovo conformismo degli intellettuali, alla ricerca di protettori, il solo comparto da soggiogare resta la scuola pubblica. Ma gli studenti non resteranno soli in questa battaglia che è difesa della democrazia e della libertà di tutti.

Difesa collettiva della Costituzione contro i demagoghi